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Anno mondiale dei deserti e della desertificazione
Seminario

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

I processi di desertificazione e i periodi di siccità causano una perdita di produzione alimentare del valore di 24 miliardi di dollari. L’importanza e l’urgenza di questo problema hanno fatto si che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbia deciso di proclamare il 2006 Anno Internazionale dei Deserti e della Desertificazione.  Secondo le stime del Programma per l’Ambiente della Nazioni Unite (UNEP), un quarto del pianeta corre questo rischio. Ciò si traduce immediatamente nella messa a rischio dell’esistenza per più di un miliardo di persone, sparse in oltre cento Nazioni. Le aree a rischio di desertificazione si trovano specialmente in prossimità delle principali aree con clima arido di tutti i continenti ma possono interessare anche altre zone. Il fenomeno della desertificazione costituisce un gravissimo problema che va affrontato con nuove politiche agricole ed ambientali. Per questo sono stati organizzati due seminari presso la Facoltà di Agraria di Campobasso con due studiosi esperti di lotta alla desertificazione. In Italia per esempio, il fenomeno è presente, specie nel meridione, particolarmente in Basilicata, ma anche in Puglia, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna. Alla progressiva degradazione del suolo, fino alla desertificazione concorrono fattori molteplici: alcuni derivanti dal clima (aumento della temperatura e della siccità, irregolarità nella distribuzione delle piogge, erosione, inondazioni, ecc.) altri invece sono determinati dalla attività dell’uomo che modifica gli ecosistemi agro-forestali rendendoli più vulnerabili agli agenti atmosferici, vedi gli ultimi casi di frane e colate di fango che si sono verificate in Campania. L’esperienza in Africa  del Sahel, è un caso emblematico.  L’aumento della popolazione ha spinto a disboscare le zone intorno al Sahara, per avere più terreno a disposizione. In tal modo la boscaglia è sparita, il legno è stato utilizzato per il fuoco, il suolo lasciato a pascolo ha perso, in breve tempo, la copertura naturale di vegetazione ed è stato eroso. L’impoverimento dei pascoli ha spinto la popolazione a migrare di nuovo, affollandosi in piccole aree di terra fertile, destinata però ad esaurirsi in breve tempo per l’uso troppo intensivo e perpetuando in tal modo il fenomeno delle migrazioni e relative desertificazioni


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