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Università e lavoro: orientarsi con la statistica
 
Dalle indagini Istat sulla condizione occupazionale dei giovani in possesso di diploma di scuola secondaria superiore e di laurea, emerge che per trovare lavoro conviene proseguire gli studi. Un titolo di studio più elevato consente di trovare lavoro più facilmente, infatti, nel 2004, a tre anni dal conseguimento del titolo, il 56% dei laureati svolge un lavoro continuativo (ovvero un lavoro svolto con cadenza regolare) iniziato con la laurea, contro soltanto il 35% dei diplomati di scuola secondaria superiore (vedi grafico).
Comprendiamo che continuare a studiare conviene, anche se gli effetti di questa scelta possono non essere da subito evidenti. Infatti, nel periodo immediatamente successivo alla conclusione degli studi, la differenza dei tassi di disoccupazione tra i laureati e i diplomati di scuola secondaria superiore indica un leggerissimo svantaggio per chi possiede la laurea, tuttavia questa situazione cambia già nel secondo quinquennio dopo il conseguimento del titolo di studio: per i laureati 33-34enni la disoccupazione scende all’8,7%, mentre tra i diplomati di 25-29 anni si attesta al 10,7%.
Fino ad ora abbiamo considerato il quadro giovanile, ma come cambia la situazione per gli adulti (35-54 anni)?
Per i 35-54enni la quota di occupati tra i laureati è maggiore di quella tra i diplomati della stessa età: è occupato il 92% dei laureati contro l'82% dei diplomati (vedi grafico). La laurea, quindi, apre migliori prospettive lavorative.
Nella fascia di età 35-54 anni è più evidente il vantaggio di possedere una laurea anche guardando il rischio di disoccupazione: il tasso di disoccupazione si attesta al 2% tra i laureati contro il 3,6% tra i diplomati (vedi grafico).
A questo punto non rimane che da chiedersi se il trattamento economico tra i diplomati e laureati sia uguale. Il confronto con il reddito mensile netto percepito nel 2004 da chi si è diplomato nel 2001 mostra come i laureati guadagnino al mese in media 300 euro in più rispetto ai diplomati (1.260 contro 940 euro mensili).
Tale differenza è piuttosto marcata tra i lavoratori alle dipendenze (i diploamti guadagnano solo 910 euro al mese, contro il 1.250 euro dei laureati) e tra i collaboratori coordinati e continuativi (840 euro contro 1.130 euro), mentre diminuisce tra i lavoratori autonomi (1.350 euro al mese dei diplomati contro 1.390 euro dei laureati) (vedi grafico).