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“Corpi e anime”. L’esperienza della malattia nel vissuto dei pazienti. Questo il titolo del seminario di studi, organizzato dal Dipartimento di Scienze per la Salute e dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università del Molise, che si terrà domani, martedì 5 maggio 2009, alle ore 9.00 presso l’Aula Ippocrate.
Grazie allo sviluppo della medicina scientifica indubbiamente sono stati raggiunti importanti traguardi nella cura delle malattie, nel campo della prevenzione, diagnosi e terapia . Tuttavia, i presupposti biomedici hanno favorito l’affermarsi di una concezione riduttiva della relazione medico-paziente. Considerando il corpo umano come una macchina di cui possiamo conoscere il funzionamento in modo oggettivo, la scienza medica si è progressivamente affrancata dal vissuto dei pazienti. Sia in ambito diagnostico e sia in ambito terapeutico, apparati tecnologici sempre più sofisticati, hanno reso irrilevante l’esperienza della malattia da parte dei pazienti.
La malattia non riguarda soltanto il corpo, ma mette in discussione la nostra identità sociale e umana. Con il diffondersi di patologie a carattere cronico degenerativo, come ad esempio, le varie forme di cancro, il senso soggettivo della malattia - che per lungo tempo ha rappresentato una sorta di “lato oscuro” della relazione medico-paziente - è tornato prepotentemente alla ribalta. A documentarlo sono le numerose testimonianze di medici alle prese con la propria malattia, i quali modificano radicalmente il modo di intendere la propria professione. Qualche anno fa, in Italia, fu avanzata la proposta di nominare una consulta di medici, che avessero vissuto l’esperienza della malattia grave o invalidante, cui affidare la stesura di un disegno di riforma del sistema sanitario. L’obiettivo era quello di favorire un cambiamento culturale nella professione medica, in grado di riportare in primo piano la persona rispetto alla patologia, riconsegnando «le parole ultime (vita, morte, malattia) al loro spessore originario».
Questo è l’impegno che si è assunto uno dei più attivi protagonisti di tale cambiamento in Italia: il dott. Mario Melazzini, ospite d'eccezione dell'incontro di domani. A partire dalla propria esperienza egli fornirà un quadro delle modalità con cui oggi si persegue l’umanizzazione della relazione medico-paziente. Il dott. Melazzini è Direttore dell’Unità operativa complessa di Day Hospital Oncologico dell’Istituto Scientifico di Pavia, della Fondazione Maugeri IRCCS, dove lavora a contatto con pazienti e familiari, personale medico e paramedico. Inoltre, collabora con il Centro Ricerche “Sclerosi Laterale Amiotrofica” della Fondazione Maugeri Istituto Scientifico di Pavia.
Da circa 5 anni è affetto da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), ed è anche, dal giorno 8 aprile 2006, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica. Tra i vari incarichi ricoperti, attualmente, si segnala la direzione scientifica del Centro Clinico NeMo della fondazione Serena – presso l’Azienda Ospedaliera Niguarda - per la ricerca e la cura delle malattie neuromuscolari e la presidenza della Fondazione “Agenzia di ricerca per la Sla – Sclerosi Laterale Amiotrofica – AriSLA.
Ad aprire i lavori Giovanni Cannata, Rettore dell’Università del Molise. Parteciperanno al seminario, Guido Maria Grasso, Direttore del Dipartimento di Scienze per la Salute, Fabio Ferrucci e Giovanni Villone docenti presso il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università del Molise.