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I DOCENTI dell'Università del Molise

Prof. Gabriella SCIPPA CURRICULUM VITAE
Contatti:
Tel: 0874 404143
Fax: 0874 404123
E-mail: scippa@unimol.it

Orario ricevimento studenti:


Gabriella Stefania Scippa,  dal 1 novembre 2000 è Ricercatore di Botanica Ambientale ed Applicata (BIO-03) presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi del Molise. 
 Carriera universitaria

1993: Laurea in Scienze Biologiche presso l’Università’ degli Studi di Milano. Titolo della tesi “ Effetti dell’ Acido Ascorbico sulla regolazione del ciclo cellulare in apici meristematici di Pisum sativum”,  (Dipartimento di Botanica Generale, Università degli Studi di Milano).

 1995: Dottorato di Ricerca in: “Difesa delle produzioni Agro-alimentari” svolto presso il Dipartimento di Scienze Animali, Vegetali e dell’Ambiente, Università’ degli Studi del Molise e presso il Department. of Plant and Botany Sciences, University of California, Riverside. Titolo della tesi: “Plant stress during drought: possible involvement of an histone-like protein in the defense mechanism”.

 1999: Vincitrice di una borsa di studio post-dottorato “ La risposta di piante di interesse agronomico a condizione di stress ambientali” presso l’Università degli Studi del Molise, Facoltà di Agraria.

 2000: Nomina a Ricercatore di Botanica Ambientale e Applicata (BIO 03) presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, presso l’Università degli Studi del Molise

 Attivita’ didattica

 2000/2001: Corso di Fisiologia Vegetale, corso di Laurea in Scienze Ambientali (v/o) presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN.  dell’Università degli Studi del Molise

 2001/2002: Corso di Fisiologia Vegetale, corso di Laurea in Scienze Ambientali (v/o) presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università degli Studi del Molise

 2002/2003: Corso di Fisiologia Vegetale, corso di Laurea in Scienze Ambientali (v/o)  presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università degli Studi del Molise

 2002/2003:Corso di Manipolazioni di Cellule Vegetali, corso di Laurea  in Biotecnologie, presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi del Molise

 2002/2003: Corso di Botanica Generale, corso di Laurea  in Tecnologie Bioanalitiche, presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università degli Studi del Molise

 2002/2003: Corso  di Biologia Vegetale, corso di Laurea  in Scienze dei Beni Culturali e Ambientali, presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università degli Studi del Molise

 2001/2003: In qualità di Membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca “ Ambiente e Territorio” presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università degli Studi del  Molise, partecipa a tutte le iniziative didattiche e di coordinamento inerenti il dottorato di ricerca

 2001/2003: In qualità di correlatore ha seguito lo svolgimento e la pianificazione di 6 tesi di laurea sperimentali nel campo della Botanica Ambientale e Applicata, presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università degli Studi del Molise

Coordinamento di iniziative didattiche in campo internazionale

 2002/2003: Con decreto Rettorale nomina per il  Coordinamento del Corso di Laurea Internazionale in “Science and Thecnology for the Environment and Territory”, finanziato dal MURST (D.M. 21-6-1999).

Principali linee di ricerca scientifica

 Stress idrico: le attività scientifiche  inerenti questa tematica hanno riguardato: 

1. Studio di proteine nucleari indotte da condizioni di deficit idrico

 Questi studi hanno avuto come obiettivo l'individuazione dei fattori proteici coinvolti nella protezione del nucleo, della struttura e organizzazione della cromatina, o nella regolazione dell'espressione genica. I risultati ottenuti hanno portato all'individuazione in diversi sistemi vegetali, di proteine nucleari con funzione protettiva o di regolazione dell'espressione genica.Proteine nucleari con funzione protettiva dell'organizzazione del nucleo e della cromatina sono state individuate 1) nei tessuti meristematici dell'embrione di Pisum sativum durante la maturazione del seme nei tessuti meristematici della radice  3) nelle cellule di Solanum tuberosum in coltura liquida. Variazioni del contenuto idrico nella cellula, comportano alterazioni della morfologia del nucleo e dell'organizzazione della cromatina. Infatti, è stato osservato che il nucleolo subisce delle variazioni di dimensioni e di vacuolizzazzione che possono essere correlate alle variazioni del contenuto idrico della cellula. Simili variazioni morfologiche riguardano anche il nucleo. Sulla base dei risultati ottenuti dall'analisi biochimica e morfologica è stata formulata l’ipotesi che proteine specifiche si accumulano nel nucleo durante i periodi di disidratazione cellulare e consentono al DNA di subire cambiamenti conformazionali evitando danni strutturali e funzionali. Queste proteine sono sia di natura acidica (tipo deidrine) che basica (QP47, tipo istoni). Le indagini sul pomodoro (Lycopersicon esculentum), hanno permesso di individuare un gene che codifica per una proteina nucleare con probabile funzione di regolazione dell'espressione genica. Studi sulla localizzazione cellulare e sull'espressione del prodotto di questo gene hanno infatti messo in  evidenza che si tratta di una variante dell'istone H1. Le proteine basiche di tipo istonico, sono state storicamente concepite come proteine strutturali della cromatina. I recenti risultati ottenuti nel corso dell'analisi a livello fisiologico, morfologico, anatomico ed ultrastrutturale di piante transgeniche mutate nella capacità di accumulare questa variante istonica, hanno evidenziato invece un maggior ruolo funzionale di queste proteine istoniche, contribuendo così a sostenere la nuova visione riportata in letteratura, delle proteine istoniche come regolatori dell'espressione genica. 

 2) Resistenza di tessuti vegetali a stress  abiotici

Questo filone raggruppa le indagini riguardanti piu' in generale i meccanismi di protezione a livello cellulare e tissutale. Questi studi sono stati condotti su differenti sistemi vegetali e diversi tessuti: pisello (meristemi radicali), patata (cellule in coltura). I risultati ottenuti hanno portato all'individuazione di proteine citoplasmatiche e nucleari che potrebbero svolgere un ruolo protettivo nei rispettivi compartimenti cellulari. La sintesi e la degradazione di queste proteine si dimostra essere correlata con l’inizio e la fine di una fase di disidratazione cellulare. Lavori di tipo biochimico e di biologia molecolare hanno indagato la natura chimico-fisica di queste proteine. Alcune delle proteine sono rimaste sconosciute mentre altre hanno mostrato di possedere caratteristiche simili a quelle possedute dalle deidrine. Queste proteine sono già state ripetutamente indicate come possibili responsabili dell’acquisizione di caratteri di resistenza al disseccamento. In questi studi, sono stati fatti dei tentativi per comprendere anche le modalità di regolazione dell’accumulo e della degradazione di queste proteine. I lavori più recenti presentano l’ipotesi che queste proteine possano avere un’azione protettiva su altre molecole e sulle strutture cellulari agendo come “chaperones”

 3) Uso di Biotecnologie vegetali per l'individuazione e l'analisi dei fattori di tolleranza  a condizioni di stress abiotici

Le attività di ricerca che hanno previsto l'acquisizione e l'applicazione delle moderne biotecnologie sono quelle legate all'analisi biochimica e morfologica delle cellule di patata in cultura liquida,  e all'ottenimento di piante di pomodoro transgenico. Nel caso della patata, l’utilizzo di cellule in cultura liquida rispetto alle piantine intere, ha permesso l'analisi della riposta cellulare a condizioni di deficit idrico senza l’interferenza di scambi idrici tra cellule componenti di uno stesso  tessuto. I risultati ottenuti da tali studi confermano che anche le cellule vegetali isolate si adattano ad una condizione idrica limitante rallentando il proprio metabolismo (proliferazione e respirazione) e sintetizzando molecole a funzione protettiva (prolina e deidrine). Sono state, inoltre, individuate diverse proteine che aumentano in cellule in condizioni di basso potenziale idrico attualmente in fase di sequenziamento aminoacidico. Nel caso del pomodoro, biotecnologie vegetali, quali la manipolazione del DNA, la trasformazione mediata dall'Agrobcaterium t. e la rigenerazione in vitro, sono state utilizzate per l'ottenimento di mutanti incapaci di accumulare una variante dell'istone H1 in condizioni di stress idrico. Le piante transgeniche ottenute da questi esperimenti sono attualmente utilizzate come sistema di analisi per  la comprensione della funzione della variante istonica H1-S e dei fattori genetici che questa proteina potrebbe regolare. Infatti i risultati ottenuti dall'analisi fisiologica e morfologica di questi mutanti a condizioni di deficit idrico sembrano sostenere il ruolo multifunzionale che una variante istonica potrebbe svolgere mediante la modulazione dell'espressione genica.Sulla base di questi risultati, con l'obiettivo di identificare i fattori genetici regolati da H1-S la cui espressione potrebbe essere un importante requisito per la tolleranza, approcci ad ampio spettro di analisi quale la cDNA AFLP (cDNA Amplified fragment lenght polymorfisms) e la proteomica sono attualmente in uso per lo studio delle piante transegniche. 

Stress meccanici

 1) La risposta dell'apparato radicale a stress meccanici da pendenza: la stabilità della pianta e dei versanti acclivi

L'inserimento su questa linea di ricerca risale a tempi piu' recenti, e comprende attività di ricerca in campo, in laboratorio e in vivaio.

Iniziata con le osservazioni in campo della morfologia e dell'architettura degli apparati radicali di specie autoctone (Spartium juncem L ., Fraxinus ornus L, Quercus cerris L,) ampiamente diffuse in aree acclivi. I risultati di tali osservazioni hanno evidenziato un particolare tipo di apparato radicale che meglio distribuisce i carichi imposti dalla condizione di pendenza . Sulla base di questi risultati le indagini sono state estese  alle caratteristiche anatomiche e biomeccaniche al fine di comprendere se la risposta alla pendenza coinvolge alterazioni delle proprietà meccaniche delle radici e se le radici svolgono un ruolo diverso in base alla loro topologia. I risultati ottenuti, hanno evidenziato una netta asimmetria sia della distribuzione spaziale delle radici laterali che delle loro proprietà biomeccaniche. Questa asimmetria non è stata riscontrata nelle piante cresciute in condizioni di piano, portando quindi ad ipotizzare che sia una riposta della pianta all’esigenza di ottimizzare l’ancoraggio al suolo in condizioni di pendenza. La necessità di analizzare lo sviluppo del sistema radicale in condizioni di pendenza, insieme agli interessi verso l'individuazione dei fattori genetici coinvolti nella riposta della radice a tale condizione ambientale, hanno portato a cercare un sistema sperimentale che riproponesse in condizioni controllate il comportamento osservato in campo. Studi in questo senso hanno portato all'individuazione della ginestra allevata in serra, come sistema che risponde ai requisisti temporali e scientifici, di questa ricerca. Infatti, l'analisi dello sviluppo degli apparati radicali di ginestra allevata da seme in serra in condizioni di pendenza, ha evidenziato che la pianta percepisce e risponde alla condizione di stress precocemente (3 mesi) alterando lo sviluppo del proprio apparato radicale e mostrando morfologie ed architetture simili a quelle osservate nelle piante più adulte in campo. Sono attualmente in corso analisi a livello molecolare e biochimico mediante l'uso di approcci ad ampio spettro (cDNA AFLP, RT-PCR e Proteomica)  il cui obiettivo è quello di identificare possibili fattori genetici che regolano la risposta delle radici a condizione di stress e che potrebbero essere utilizzati nei programmi di miglioramento genetico di specie di importanza agronomica e forestale che spesso si trovano in condizioni di stress meccanico. Parallelamente sono in corso indagini sulla morfologia ed architettura dell’apparato radicale di specie arboree in condizioni di pendenza allevate da seme in vivaio. Il risvolto applicativo di tale attività è quello di utilizzare le informazioni ottenute da questi studi al fine di razionalizzare i piani di gestione e di riforestazione di aree acclivi soggette a fenomeni di dissesto. 

 

 

 

 

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