questa
sezione è in corso di aggiornamento
sia sulle ultime pubblicazioni e iniziative,
sia per la documentazione di quelle passate,
mentre i testi saranno progressivamente collegati a immagini e filmati
La trascrizione del tempo nello spazio architettonico
Stefano Panunzi
Animated
Image and Architectural Representation
IMARA '93 - Montecarlo - Conference 16-19 Febbraio 1993
pubblicato
in Italia su Archimedia n.1 gen/feb 1994, ed. MGE Communications
RICERCA SCIENTIFICA INTERUNIVERSITARIA " La produzione di circuiti multimediali
didattici per l'architettura e l'urbanistica" (Facoltà di Architettura
di Parigi, Bordeaux, Venezia, Milano, Firenze, Roma)
(estratto)
La tele-visione dell'architettura è letteralmente una comunicazione elettronica dello spazio scandita dal tempo, anzi dalla coesistenza di tempi diversi: la successione dei frames, il movimento della telecamera e dell'obiettivo rispetto all'oggetto ripreso, il movimento di eventi o fenomeni in scena.
Nulla a che vedere con lo stile illustrativo del documentario che tende a trasformare il luogo in storia, in testo, da illustrare. In questo caso è la sintassi dell linguaggio architettonico che deve costruire la comunicazione. L'architettura non è qui un testo da leggere ma una voce da ascoltare. Bisogna riuscire contemporaneamente a predisporre all'ascolto e dare voce al linguaggio architettonico.
I canoni tradizionali della ripresa televisiva e cinematografica, camera fissa, panoramica, zoom, carrellata, etc. istituiscono vari rapporti con lo spazio ripreso generando diverse figure comunicative: l'evento, la promenade o il volo, la traccia, etc.
L'Evento (camera fissa) : l'architettura come scena fissa per un evento o un fenomeno. La figura comunicativa dell'evento da voce a tutti gli elementi architettonici che accolgono, contengono e permettono eventi e fenomeni vivi. Con una inquadratura fissa di un luogo l'informazione è tutta presente sulla scena, può essere ampliata solo con eventi e fenomeni dinamici che intervengano duratnte la ripresa. La scena fissa prepara l'attesa ed accoglie il tempo dinamico dell'evento.
Suoli, Recinti, Soglie, Coperture.
Stefano
Panunzi
Quaderni del Dottorato di Ricerca
in Composizione Architettonica
Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana
Dipartimento di Architettura e Analisi della Città
Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Gangemi Editore
1994
(estratto)
il progetto della densità interscalare: per chiarire il concetto di densità interscalare è necessario soffermarsi sull'intreccio di significati che esiste fra lo spazio di collegamento e le sue soglie verso altri spazi (architecture of connection di Louis Khan).
Lo spessore di una soglia va dai pochi centimetri di una porta alle centinaia di chilometri di un'autostrada. Questi luoghi sono prima di tutto luoghi dello sguardo: si guarda dove si sta arrivando e cosa si attraverserà, chi sta arrivando e chi ci passa davanti, lo sguardo incontra gli occhi dell'altro, gli scorci che si affacciano dalle soglie, dalle stanze, dagli edifici, dalle strade, dai paesaggi.
Quelli proposti sono punti di osservazione sicuramente "scomodi" per il progetto perchè generati da criteri compositivi tesi a restituire l'originaria continuità interscalare dello spazio vissuto. E' un "filo di Arianna" per chi cerca un senso nella realtà senza qualità delle nostre periferie ed anche in quella realtà "virtuale" con la quale dovremo interagire ben presto con idee ben più chiare di quelle che ci hanno accompagnato fino ad oggi.
Già
oggi la visione digitale, sempre più sofisticata, offre una selezione
di punti di vista privilegiati con criteri del tutto diversi dai canoni della
veduta prospettica.
Comunicare l'Architettura
Stefano Panunzi (organizzazione contenuti e chairman)
Convegno
Internazionale
Università degli Studi di Roma "La Sapienza" 18 marzo 2000,
Roma
(vd. resoconto su Progetto e Ricerca)
Meno
Possibile
Stefano
Panunzi, Alessandro Santamaria, Gianluca Adami (2001 - video 3'20")
Rassegna Internazionale Beyond Media - oltre i media , architettura in video
catalogo incontri internazionali di architettura - Editrice Compositori - Firenze
2/5 maggio 2002
Le nostre
case si spoglieranno di inutili orpelli che ingombrano lo spazio per offrire
più superfici possibili ad una spalmatura di immagini e suoni digitali
che attraverso la rete ci collegheranno ad altri luoghi, ad altre persone e
ad altre emozioni.
Si
realizzerà una tele-contiguità digitale fra spazi reali e fantastici
che trasformerà i muri in interfacce, quello che la poesia di adulti
visionari aveva già visto molto tempo fa.
Architettura
come interfaccia:
Porte della Percezione & Ambienti Sensibili
Stefano Panunzi (ideazione e coordinamento)
Conferenza-Evento
Biennale di Architettura Internazionale NEXT - Teatro delle Tese all’Arsenale
Venezia 19 ottobre 2002
Master di Progettazione di Spazi Interattivi per la Comunicazione
Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana, del Paesaggio e degli
Interni,
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
patrocinata dall’Ordine degli Architetti di Roma , RAI – Divisione
Produzione TV, Ericsson Telecomunicazioni, Studio Azzurro
Prove
di trasmissione in tele-contiguità con Piazza Navona e con Napoli (Castel
Sant'Elmo) per l’inaugurazione dell’installazione "Meditazione
Mediterraneo" di Studio Azzurro, esposizione del cantiere della "città
navigabile" con le sue sperimentazioni concettuali, materiali e tecnologiche.
L'obiettivo delle sperimentazioni fatte è stato quello di far interagire
l’utente mobile, dotato di telefono cellulare, con superfici digitali
di grande formato allestite sia in spazi interni che in esterni urbani (finestre,
vetrine, cartelloni, facciate di edifici). Piazze, luoghi di attesa e di sosta,
spazi espositivi, aree archeologiche si riconfigureranno in spazi sensibili
alla presenza degli utenti, capaci di erogare un vero e proprio broadcast di
eventi e servizi configurabili su misura nel tempo e nello spazio.
Il cellulare è stato sperimentalmente trasformato in puntatore universale
alla portata di tutti: con la tastiera si potrà muovere il cursore, cliccare
e digitare lettere dalla tastiera, direttamente sulle superfici interattive
che incontreremo nei nostri percorsi quotidiani. I servizi possibili possono
essere quelli già normalmente attivi su internet, sui programmi televisivi,
sulle reti informative locali, ed una infinità di nuove possibilità
che dovranno adeguarsi a questa nuova modalità di fruizione caratterizzata
dal grande formato dei display e da un utente mobile nella città.
Telecontiguità
è il termine scientifico, coniato per l’occasione, che meglio può
sintetizzare questa rivoluzione del modo di usare lo spazio architettonico e
urbano grazie alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
La complementarietà delle reti fisse e mobili viene dimostrata tramite
applicazioni che disaccoppiano il servizio video da quello voce. Il cellulare
diventa identificativo della persona, permettendogli di comunicare e di interagire
con il mondo circostante; in prospettiva, permetterà di accedere a servizi
'ritagliati' ed 'attivati' dalla presenza stessa in un determinato ambiente.
Pazza Navona @ SMAU
Stefano Panunzi (ideazione e coordinamento)
evento di collegamento in telecontiguità fra una finestra di Palazzo Lancillotti a Piazza Navona e lo Stand Ericsson presso lo SMAU di Milano - ottobre 2002
Prove per una città imminente
Stefano Panunzi (curatore)
mostra
all'Acquario Romano - Casa dell'Architettura 28/29 Marzo 2003
Telecontiguità e interattività sono qualità
immanenti della Città Elettrica del ‘900, rimaste latenti e nascoste
nella crisalide della città ottocentesca. La convergenza digitale ha
ormai reso imminente la visibilità di trasformazioni profonde cominciate
con l’elettrificazione delle città:
Percezioni
Aumentate : le nostre percezioni naturali sono aumentate e si sono
condensate attorno alle porte della comunicazione (telefono-radio-televisione-internet)
Spazi Sensibili : lo spazio reale è diventato, in modo
invisibile, sempre più sensibile a chi lo abita e lo attraversa (telesorveglianza-prospezione
satellitare-cards code-password-rete cellulare)
Convergenza :questi due processi rimasti fin’ora paralleli
si stanno saldando attraverso l’interattività ,
Il valore sociale di queste trasformazioni non sarà solo legato al costo
di accesso (acquisto di terminali e tasse sul traffico) ma sarà rivelato
soprattutto dalla loro capacità di :
essere usabili da tutti, ovunque e nel modo più naturale avvicinare e
rendere accessibili nel tempo e nello spazio realtà vive rendere visibili
realtà invisibili
LA
SCENA ARCHITETTONICA E URBANA COME INTERFACCIA DI COMUNICAZIONE
Dal maxi schermo a led, alle video proiezioni ad alta risoluzione ed alta luminosità,
l’immagine digitale ha assunto ormai formati espandibili, modulari o proiettivi,
che possono coincidere con gli elementi del lessico architettonico: finestre,
pareti, facciate.
Queste superfici architettoniche diverranno interfacce di comunicazione gestibili
da utenti in movimento, dotati di telefoni cellulari e/o palm-top della terza
generazione.Servizi ed eventi personalizzati saranno attivati dalla semplice
presenza di un utente nello spazio architettonico e urbano interattivo, qualita’
e numero di presenze saranno rilevate in tempo reale da sensori, dal positioning
system satellitare (GPS) o dalle celle dei ponti radio della telefonia mobile.
I
NUOVI PARAMETRI DELLO SPAZIO E DELLA COMUNICAZIONE: IL TEMPO, LA SUPERFICIE
E LA POSIZIONE
Queste pareti, finestre, facciate reali e interattive avranno un valore economico
al metro quadrato che andrà moltiplicato per i secondi di trasmissione,
per il numero di utenti reali presenti sul posto e per il numero di contatti
virtuali che possono convergere da Internet.
Su queste superfici-interfaccia convergeranno tutti i servizi offerti dalla
rete, ai quali si aggiungeranno presto quelli della web-tv, web-cinema, etc.
La difficoltà sta nel definire con chiarezza la reale forza innovativa
degli scenari d’uso per un utenza di massa. Al contrario la spot-architecture
ed il media -building già incarnano le ultime versioni di un incontro
fra comunicazione e architettura maturato in tutto il XX secolo.
DOPO
LA REALTA’ VIRTUALE E’ GIUNTO IL MOMENTO DI SPERIMENTARE IL VIRTUALE
NEL REALE
l’architetto, insieme a molte altre figure professionali, e’ direttamente
chiamato ad inventare, comporre e gestire allestimenti per la telecontiguità
e la stereorealta’ dello spazio fisico reale.
La convergenza dei media sul mobile-internet dialogherà sempre di più
con lo spazio reale in una condizione ibrida di virtuale-nel-reale che oggi
possiamo solo provare a immaginare e che dovrà sviluppare un’autentico
concetto di interattività basata sulle nostre interfacce naturali.
Prove per una città imminente
Stefano
Panunzi
su AR Bimestrale dell'Ordine degli
Architetti di Roma e Provincia - n.47 maggio/giugno 2003
(estratto)
Una
nuova professionalità per gli architetti:
la trasformazione degli spazi architettonici e urbani in ambienti interattivi
sensibili all'utente.
La
mostra ha messo in evidenza uno dei nodi centrali che le nostre città
ed i giovani architetti si troveranno ad affrontare nell'imminente futuro: la
commistione della realtà virtuale con una molto più nascosta ma
democratica età del virtuale nel reale. Mentre fino a qualche anno fa
le immagini digitali erano fruibili solo attraverso le dimensioni limitate di
un monitor, oggi questa cornice è stata abbattuta conquistando le dimensioni
reali del lessico architettonico: finestre, pareti, facciate. Grazie a maxi
schermi a led, a video proiezioni ad alta risoluzione ed alta luminosità,
le superfici architettoniche divengono interfacce di comunicazione, sparse in
diversi luoghi della città e gestibili da utenti qualunque durante la
normale vita di tutti i giorni.
Scopo delle sperimentazioni in atto, condivise dagli studenti del master, è
proprio quello di consentire a persone di ogni età, ed anche a digiuno
di conoscenza delle nuove tecnologie, di risolvere bisogni ed ottenere servizi
ed intrattenimento ovunque ed in qualunque situazione ne abbiano il desiderio.
Tali risposte personalizzate - ottenibili semplicemente avvicinandosi od attraversando
uno spazio architettonico e urbano interattivo - saranno inoltre rilevate in
tempo reale, secondo parametri numerici e di qualita', attraverso sensori, GPS
( Global Positioning System), ponti radio della telefonia mobile e hot-spot
della wireless comunication. Naturalmente, come ogni altro mezzo di comunicazione,
queste pareti, finestre, facciate reali e interattive hanno un valore economico:
già disponibili sono i prezziari che ne indicano il costo al metro quadrato
suscettibile di enorme variazione a seconda della durata della trasmissione,
delle fasce orarie, la sua collocazione in aree più o meno frequentate,
la possibilità di attirare anche contatti via Internet.
E' stato difficile definire con chiarezza la reale forza innovativa di questi
"scenari d'uso per un'utenza di massa", nei quali potranno convergere
tutti i servizi offerti dalla rete, tuttavia nelle sperimentazioni proposte
è già possibile individuare delle promettenti linee di tendenza.
Il master Progettazione di spazi interattivi per la comunicazione ha riunito
docenti e allievi, insieme a molte altre figure professionali, ad inventare,
comporre e gestire veri e propri allestimenti in-door e out-door, in grado di
rendere sensibile lo spazio alla gestualità naturale dell'utente e agli
impulsi inviati dal suo telefono cellulare come unica periferica artificiale.
I momenti più significativi della ricerca applicata sono stati: l'analisi
in tempo reale dei movimenti dei visitatori nello spazio dell'Acquario (Andrea
Flego); l'esperimento di telecontiguità, condotto con Ericsson, fra i
passanti di Piazza Navona ed il pubblico dello SMAU di Milano; la messa a punto
di un software per trasformare qualunque telefonino, dotato di bluetooth, in
mouse-tastiera per interagire a distanza con il computer (Danilo Maglio).
La
telecontiguità - possibilità di rendere percettivamente
contigui spazi tra loro distanti tramite una vasta superficie audiovisiva -
è alla base del lavoro di Tiziana Barcaroli e Samantha Emanuele che collegano
tra loro i "reclusi" in carceri o ospedali con il mondo del lavoro
e degli affetti; Maddalena Cannarsa utilizza le potenzialità nella convivialità,
nel lavoro e nei festeggiamenti;
Salvatore Marinaro collega piazze di diverse città attraverso grandi
schermi per comunicare con gli amici lontani, Edy Di Branco trasforma la scena
urbana in scenografia interattiva in tempo reale inventando forme artistiche
di alterazione delle identità per la partecipazione dei cittadini nel
rispetto della privacy; Alessandro Guglielmi coglie le potenzialità spettacolari
progettando un teatro nel quale lo spettatore viene fisicamente immerso nell'evento
televisivo. Corrado Cascianelli e Massimo Sodini presentano allestimenti multimediali,
adattabili ad ambiti commerciali o culturali, che cambiano in funzione dell'utente
che li attraversa; Lucia Frasca Polara mettendo in rete le cabine di trasformazione
elettrica disseminate nella città, e Anna Schirato con le fermate degli
autobus, indagano le possibilità di trasformare le reti infrastrutturali
urbane in reti di videocomunicazione, monitoraggio, navigazione internet, broadcast
televisivo per l'utente mobile.
Next housing
Stefano
Panunzi
su Riflessioni sull'abitazione contemporanea
- Quaderno di Ricerca e Progetto
Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana del Paesaggio e degli
Interni
Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Gangemi Editore
- 2004
(estratto)
La
progettazione dell'ambiente residenziale urbano prossimo venturo, dovrebbe dedicarsi
a quelle che sono già oggi divenute vere e proprie urgenze ambientali:
una mobilità sostenibile contro il traffico, la rinaturalizzazione dei
suoli artificiali contro la carenza degli standard urbanistici, la riqualificazione
della città esistente attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie dell'informazione.
(...) L'esperimento divinatorio che propongo è basato su un glossario
futuribile di elementi architettonici.
ALLESTIMENTI (archi-network) : l'accezione di allestimento è ormai la più adeguata per definire l'architettura contemporanea, vera e propria trasformazione degli involucri architettonici in interfacce per le reti ecologiche e della comunicazione. (...) Il tasso di connettività delle reti di info-mobilità ci hanno immerso in un vero e proprio liquido amniotico digitale, geneticamente riconfigurabile, rovesciando l'immagine della sfera terrestre in un vero e proprio utero globale.
ARREDI (display forniture) : L'arredo mantiene il suo ruolo di connotazione dei luoghi, affinandolo all'immagine digitale che lo veste. Il concetto di scena e di fondale sono diventati nozioni correnti nel teatro della vita quotidiana. L'arredamento oltre alla sua necessaria funzionalità, offre superfici adatte alla videoproiezione: sportelli di armadi, tende, quadri, porte, infissi, tutto è trattato con vernici catarifrangenti per esaltarne la luminosità digitale, vengono abbandonate cornici, modanature, colori e motivi decorativi, pomelli, maniglie e chiavi: tutto è il più possibile minimale, liscio ed omogeneo. I più ricchi rivestono tutto in Cambridge Display Technology (CDT, foglio di polimeri a matrice attiva), gli altri si accontentano di videoproiezioni dove la profondità degli ambienti permette dimensioni di quadro adeguate.
FACCIATE (screen walls) : Le facciate esistenti sono state quasi tutte rivestite da schermi e serre. Vetrate polarizzate che si rendono opache quando serve, elettroluminescenti, filtranti e trasparenti. (...) Questa pelle madreperlacea è completata da un mosaico di inserti brillanti di Led-Walls accesi anche di giorno che foderano le specchiature cieche.
FINESTRE (affacci elettronici) : Gli affacci hanno sempre avuto il doppio senso di essere al tempo stesso affacci dall'interno verso l'esterno e bucatura vuota nella compagine piena del prospetto esterno. Oggi alcune finestre sono veri e propri affacci elettronici da un interno reale verso un esterno tele-contiguo. La trasparenza elettronica si è aggiunta alle funzioni tanto familiari alle quali ci avevano abituati il vetro e gli specchi, trasparenze e riflessioni del contiguo (al di qua) oggi situato.
PARETI (screen walls) : Tutta la superficie delle pareti per supportare l'immagine digitale. Questo fatto ha ridotto al minimo possibile ogni interferenza che potesse disturbare la visione dell'immagine digitale (vd. arredi). Dalle pareti di un appartamento è possibile capire immediatamente il tenore di vita degli occupanti. Interamente cablate, con matrici attive polimeriche, oppure tessuti catarifrangenti per la più economica videoproiezione. Ovunque ormai le immagini digitali sono tele-visioni, ancorate a noi come ombre, ci seguono scivolando da una supeficie all'altra.
PORTE (doors of perception) : Insieme alle porte normali hanno preso postonelle nostre case le "doors of perception". Queste porte si aprono e si chiudono , ma a varcare la loro soglia sono solo le nostre percezioni e non i nostri corpi. Da questo punto di vista abbiamo sempre vissuto con questo tipo di porte: quadri appesi alle pareti, televisioni, radio, telefoni, fotografie, decorazioni, oggi tutte riclassificate come porte della percezione.
Il
virtuale nel reale: il caso del Foro di Augusto
Claudia Cecamore, Lucrezia Ungaro & Stefano Panunzi
IMAGING ANCIENT ROME
DOCUMENTATION — VISUALIZATION — IMAGINATION
JOURNAL
OF ROMAN ARCHAEOLOGY
SUPPLEMENTARY SERIES NUMBER 61
Proceedings of the Third Williams Symposium on Classical Architecture
held at the American Academy in Rome, the British School at Rome,
and the Deutsches Archäologisches Institut, Rome, on May 20-23, 2004